NewsIl marmo assorbe l’acqua

Il marmo assorbe l’acqua

La Natura del Marmo

Il vocabolo marmo deriva dal greco antico mármaron o mármaros, con il significato di “pietra splendente”, a sua volta derivato dal verbo marmàir, che significa “splendere, brillare”. Trattandosi di una pietra che si forma partendo da materiali sedimentari quali calcare e dolomia, il marmo ha la caratteristica di essere particolarmente poroso e, quindi, di assorbire l’acqua. È, dunque, importante valutare a priori dove utilizzarlo e quale protezione fornirgli attraverso prodotti sigillanti per evitare macchie. Anche una pulizia eseguita con regolarità è utile a mantenere le superfici belle e lucenti: basta munirsi di un panno umido, sapone neutro, acqua calda e pelle di camoscio per lucidare alla fine. Nel caso del granito e del quarzo, il coefficiente di assorbimento è inferiore rispetto a quello del marmo. Ciò implica che questi materiali siano meno delicati. L’azione combinata di temperatura e pressione genera la ricristallizzazione della pietra dando luogo ad un mosaico di cristalli di carbonato di calcio e dolomite. Le tonalità del marmo e le venature dipendono dalle impurità al suo interno durante il processo metamorfico. Impurità minerali come argilla, limo, sabbia e ossido di ferro vengono spostati e ricristallizzati a causa della pressione e del calore. I marmi bianchi sono solitamente il risultato della metamorfosi di pietre calcaree completamente prive di impurità.

Tecniche di lavorazione delle superfici

Lucidatura e levigatura
Per la lucidatura delle lastre si possono utilizzare tre sistemi: lucidatrice con manettone, lucidatrice a nastro, lucidatrice chimica. La tecnica a manettone è un sistema manuale molto semplice e versatile, che assicura una elevata qualità, ma consente di lavorare quantità ridotte di lastre. La tecnica a nastro è un processo molto più efficiente, che assicura grande produttività e in molti casi anche qualità. La tecnica chimica, che utilizza alcuni acidi, permette una finitura estremamente omogenea.

Fiammatura
Assieme alla levigatura e lucidatura, è tra le finiture più utilizzate. Si realizza usando una fiamma alimentata da ossigeno e propano, che provoca uno shock termico che conferisce allo strato superficiale un aspetto rugoso. Questa tecnica è impiegata soprattutto outdoor, sia per motivi estetici, sia perché è anti-sdrucciolevole

Bocciardatura
Molto utilizzata in passato per conferire un “effetto scultura” al prodotto, questa tecnica di finitura scolpisce, attraverso alcuni rulli e martelli pneumatici, la superficie.

Sabbiatura
Consiste in una tecnica di levigazione in cui si sfrutta la combinazione tra un getto ad acqua e sabbia, il tutto erogato tramite ugelli disposti su una serie di rulli.

Spazzolatura
Detta anche antichizzazione, è una tecnica che, attraverso apposite spazzole, conferisce alla superficie un effetto consumato.

Acidatura
Si ottiene mediante appositi acidi, che vanno a concentrarsi nelle zone più tenere del materiale, creando una finitura anticata, grezza e irregolare.

Assorbimento

Il marmo assorbe l’acqua – Tutte le pietre assorbono acqua, ma le quantità differiscono tra le diverse tipologie.
E’ quindi importante dunque definire a monte dove utilizzare un marmo e quale protezione fornirgli. Porosità e velocità di assorbimento sono fattori da tenere a mente nel momento in cui vanno applicati prodotti sigillanti e protettivi per evitare macchie di sporco ed urti.

Nel caso dei graniti, il coefficiente di assorbimento è inferiore rispetto al marmo lucido e la costanza di assorbimento rimane ragionevole.

Caso a se il limestone che può essere estremamente poroso. In questi casi l’applicazione delle protezioni deve essere svolta con grande attenzione.

Soluzioni per progetti in marmo e pietre naturali
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